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Regione Lombardia, Fontana: “È un Primo Maggio più di attesa che di festa”

Attilio Fontana – Questo è un Primo Maggio diverso da tutti quelli che abbiamo vissuto finora.
È un Primo Maggio più di attesa che di festa. Eppure, in cuor nostro sappiamo bene – da Lombardi – che non esiste paura del presente che possa impedirci di coltivare la speranza di costruire un futuro di ripartenza.

Ciò che abbiamo sperimentato è e sarà per sempre parte della nostra storia. Una storia di lavoro, di sacrificio, di ingegno e di generosa operosità, quella Lombarda.
La nostra terra ha dato prova di un rinnovato senso di comunità, reso possibile grazie al prezioso contributo delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno continuato ad operare nell’emergenza.

Penso allo straordinario sforzo compiuto da tutto il personale sanitario, dagli addetti alle pulizie ai medici, dagli infermieri, agli operatori sociosanitari, ma anche a chi ha lavorato nei cantieri dei nuovi ospedali, sulle strade, nelle edicole e negli altri settori essenziali. Un grazie speciale agli agenti delle forze dell’ordine impegnati nei controlli che ci hanno permesso di vivere in sicurezza questo periodo difficile. Infine, un grazie a tutti i cittadini lombardi che hanno dimostrato intelligenza e disciplina nel sopportare le limitazioni alla libertà, sperimentando al contempo nuove modalità lavorative. Tutti noi abbiamo fatto la nostra parte per superare i giorni più duri di questa crisi.
Da oggi ripartiamo, in nome del lavoro, senza temere le sfide di una “nuova normalità”, guardando al futuro con fiducia e sicurezza.

La Lombardia non ha mai considerato il diritto alla salute in contrapposizione al diritto al lavoro: consapevoli che solo un’economia vivace e solida rende possibile un sistema sanitario e sociale forte, capace di reggere e assistere i cittadini anche a fronte di catastrofi come quella che ci ha colpiti.

Per questo, nella Festa dei Lavoratori quest’anno celebriamo il diritto alla salute dei luoghi di lavoro concentrando al massimo i nostri sforzi per progettare, nel breve come nel lungo termine, politiche e modelli di lavoro che ci permetteranno, dopo l’emergenza sanitaria, di vincere anche la sfida della rinascita economica.

Ci sarà da rimboccarsi le maniche.
Serviranno costanza e sacrificio, qualità che fortunatamente a noi lombardi non sono mai mancate.