Matteo Salvini: “Nel nome del virus ne stanno combinando di tutti i colori ma questa è davvero una vergogna nazionale. Francesco Bonura, capomafia di Palermo, condannato a 23 anni al 41bis come i mafiosi più’ pericolosi, uomo di Bernardo Provenzano, è uscito. E’ uscito perché rischiava di ammalarsi, quindi è uscito dal carcere duro ed è a casa con la moglie ai domiciliari a Palermo. Prima di lui qualche giorno fa è uscito anche Vincenzo Iannazzo, 65 anni, condannato lo scorso anno in Appello a 14 anni e 6 mesi per Ndrangheta ritenuto un boss di Lamezia Terme. E sopra i 70 anni come da previsione del decreto Cura Italia che apre le porte delle carceri, rischiano di uscire e di tornare a casa, personcine come Leoluca Bagarella, Pippo Calò, Raffaele Cutolo, Nitto Santapaola, l’assassino del giornalista e scrittore Giuseppe Fava. Non è cosi che si combatte il virus, questa è una vergogna. Un Governo che tiene chiusi a casa gli italiani perbene, spalanca le porte non al delinquentello di quartiere, ma a mafiosi condannati a decenni di carcere perché hanno ucciso, reclusi in isolamento al 41bis, poverini siccome rischiano di ammalarsi, come poi se sono in isolamento, tornano dalla moglie e possono pure uscire di casa. E’ una vergogna, un insulto, un oltraggio alla memoria delle vittime per mafia, ai parenti e ai familiari, alle forze dell’ordine cadute per combattere la mafia, e a tutti gli uomini e le donne in divisa. No! Signori del Governo la pazienza è esaurita. Non penso che le televisioni vi daranno queste notizie, cercheranno di silenziare l’uscita di questi capomafia. Reagiamo, cercheremo di fermarli dentro e fuori dal Parlamento, non possono cancellare decenni di lotta alla mafia nel nome del virus con un decreto del Governo che grida vergogna !. Io non ci sto, dateci una mano a combattere la mafia e a denunciare questa vergogna che sta accadendo adesso in Italia.”
Nello Musumeci, Presidente Regione Sicilia
“La decisione di far lasciare il carcere a soggetti di primo piano nel panorama mafioso non può che indignare ogni persona perbene. Dalle Istituzioni, qualunque sia la congiuntura, debbono arrivare segnali chiari ed inequivocabili: la effettività della pena deve essere una certezza anche in omaggio a chi ha perso la vita nella trincea della lotta alla mafia.”