Il Ministro della Salute, Roberto Speranza è intervenuto nella trasmissione “Mezz’ora in” su Rai 3: “A me e al Presidente del Consiglio e credo a tutti i componenti del nostro governo farebbe molto piacere poter dire agli italiani in una diretta televisiva in un momento come quello in cui siamo noi oggi che è tutto finito, che non ci sono più problemi e che il coronavirus è una pagina chiusa triste, nera, del passato dell’umanità dell’Europa e del nostro Paese. Ma non faremmo il nostro dovere, abbiamo giurato sulla Costituzione e abbiamo l’obbligo di dire come stanno le cose e la verità è che siamo ancora dentro l’epidemia. La situazione è sicuramente migliore rispetto al passato ma ancora non siamo fuori dall’epidemia e quindi c’è bisogno della massima prudenza e quando firmiamo atti, ordinanze, dpcm, come fa il Presidente del Consiglio, non possiamo guardare all’umore del momento, non possiamo inseguire il consenso, abbiamo bisogno di fare scelte che non sono facili e che probabilmente non ci porteranno consenso ma non possiamo decidere sulla base di un sentimento comune diffuso, dobbiamo decidere sulla base di dati scientifici e i dati scientifici ci dicono che questo virus è ancora molto pericoloso e che quindi sottovalutarlo potrebbe farci pagare un prezzo enorme e siccome siamo consapevoli dei cittadini e dei sacrifici che loro hanno fatto, io penso ai nostri figli, ai bambini, vedo i miei, avrebbero una voglia straordinaria di poter tornare ad abbracciare i loro compagni. A me pesa moltissimo, però dover dire che le scuole non si apriranno. Io credo che tutti i padri e le madri del nostro paese sono consapevoli di questo sentimento, ma se noi sbagliamo la misura di questo piano che parte domani rischiamo di azzerare, di vanificare i sacrifici fatti finora. E questo sarebbe sbagliato. Valuteremo l’evoluzione dell’epidemia in ogni singolo territorio sulla base di tre macro aree di valutazione e 21 criteri specifici con delle soglie allarme che ci diranno in ogni singolo territorio esattamente quello che sta venendo. Io credo che con questo metodo dovremmo leggere le prossime settimane e tutto dipenderà dalla nostra capacità come sistema paese di saper essere all’altezza di questa nuova sfida, quindi l’impiego delle mascherine, la capacità di rispettare la distanza di un metro e la capacità che gli italiani hanno avuto finora straordinaria di rispettare le norme.”
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